DAD promossa o bocciata? A un anno dal suo ingresso ‘prepotente’ nella vita di tutti, 7 italiani su 10 bocciano la didattica a distanza (DAD) a favore della scuola in presenza e del suo ruolo educativo, fatto di socialità, contatto, relazioni. Pur valutandone la necessità in un contesto di emergenza, questo tipo di didattica non è ritenuto adatto alla crescita e allo sviluppo di bambini e ragazzi.
Il sondaggio, con focus sui genitori con figli in età scolare (5-17 anni) e insegnanti, è stato promosso da Con i Bambini e realizzato da Demopolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
Dal 15 marzo, con oltre la metà delle regioni italiane in rosso e la chiusura di tutti gli istituti di ogni ordine e grado, oltre 7 milioni di studenti sono rimasti a casa proseguendo la scuola con la didattica a distanza. Una situazione che si è aggiunta alla precedente realtà: circa 5,7 milioni di ragazzi e ragazze erano già in DAD.
Tra i problemi segnalati e emersi con maggiore frequenza la distrazione degli studenti durante le lezioni (73%) cui fa seguito la situazione emotiva e psicologica dei ragazzi, provati da limitazioni sociali – dalle amicizie allo sport (63%); difficoltà o carenze tecnologiche in famiglia sono al terzo posto dei problemi evidenziati (51%).
La gran parte degli italiani – 7 italiani su 10 – si è poi dimostrata favorevole alle proposte di prolungare l’apertura delle scuole in estate, per dare la possibilità a ragazze e ragazzi di recuperare la socialità e svolgere attività all’aperto (lavoratori, sport, attività creative e artistiche): un progetto ancora in fase di valutazione in quanto a effettiva possibilità di attuazione, anche per la partecipazione e presenza di insegnanti. Emerge tuttavia in modo chiaro un concetto alla base dei progetti come #tu6scuola: il ruolo fondamentale della comunità educante nella crescita dei giovani, come evidenziato lo scorso 3 marzo in occasione del primo Tavolo Nazionale sulla comunità educante promosso dal partner di progetto Centro Studi Villa Montesca.