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La famiglia deve accogliere e incoraggiare l’affermazione identitaria di figli e figlie

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Un 14enne torinese subisce per mesi violenze fisiche e psicologiche dal padre che aveva scoperto nel diario segreto del ragazzo la sua omosessualità. Il padre ha ritenuto di dover intervenire drasticamente per riportare il figlio “alla normalità”. Il ragazzo, fortunatamente, ne parla con lo psicologo della scuola chedenuncia alla polizia l’accaduto. Padre e madre vengono rinviati a giudizio e il ragazzo si trova presso una famiglia affidataria.

Come è possibile che un fatto del genere sia capitato, negli ultimi 2 anni, a Torino? Lo abbiamo chiesto a Diego Lasio, Ricercatore del Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia dell’Università di Cagliari, docente di Genere, sessualità e intersezionalità, consulente CIAIPE :

“La cultura eteronormativa, che considera come unico orientamento sessuale normale quello eterosessuale, è profondamente radicata in ogni aspetto della nostra vita sociale ed è all’origine delle discriminazioni e delle violenze che molte ragazze e molti ragazzi ancora oggi subiscono. Anche i modelli di genere sessisti, che continuano a distinguere in modo netto ciò che è appropriato per il genere maschile da ciò che è appropriato per il genere femminile, inducono a giudicare negativamente comportamenti e interessi considerati non conformi al genere della persona. Il maschilismo, ancora così diffuso nella nostra società, non solo porta a considerare gli uomini superiori alle donne, ma crea anche una gerarchia tra gli uomini che porta a disprezzare coloro che non si adeguano a un modello tossico di ‘vero uomo’, un uomo forte, aggressivo, che non prova emozioni e che afferma il suo potere.

Anche la famiglia, che dovrebbe essere per definizione un luogo sicuro che assicura la protezione alle figlie e ai figli, consentendo loro di sviluppare la propria identità in modo sereno e in armonia con l’idea che hanno di sé, non è purtroppo immune da pregiudizi che sfociano in alcuni casi in umiliazioni e violenze brutali.

La liberazione dagli stereotipi di genere può consentire a ogni persona di sviluppare le proprie potenzialità e i propri talenti, senza rinunciare all’espressione di parti di sé solo perché non sono considerate adeguate al proprio genere. Ogni persona deve poi avere la possibilità di esprimere le proprie emozioni e i propri sentimenti perché, come ha sancito l’Organizzazione Mondiale della Sanità più di trent’anni fa, non c’è alcuna ragione per ritenere che l’eterosessualità sia preferibile all’omosessualità poiché anche provare attrazione per una persona del proprio genere è una variabile naturale del comportamento sessuale umano.

È necessario realizzare interventi di sensibilizzazione e di formazione a tutti i livelli per promuovere una cultura della differenza che porti a superare le visioni pregiudizievoli sul genere e sulla sessualità.

Anche le famiglie devono essere aiutate a comprendere che i modelli di genere e sessualità che possono aver dato sempre per scontati devono essere rimessi in discussione. Valori tradizionali possono portare i genitori a non accettare la differenziazione di una figlia o di un figlio dai propri modelli di riferimento e a rifiutare la loro espressione identitaria. Interventi competenti e affermativi, che considerino ogni espressione del genere e della sessualità come legittima e naturale, possono supportare le famiglie a prendere consapevolezza dei propri modelli di riferimento e a rielaborarli sulla base di fondate riflessioni scientifiche in modo da poter accogliere e incoraggiare l’affermazione identitaria delle ragazze e dei ragazzi, qualunque essa sia.”

 

 

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