Il Coordinamento OLA – Oltre l’Adozione, che raggruppa 8 Enti Autorizzati dalla Commissione Adozione Internazionale (CAI) a seguire le procedure di Adozione Internazionale in Italia- è stato invitato ieri 17 aprile 2025 a partecipare alla conferenza stampa di presentazione di una proposta di legge riguardante l’adozione. Le Onorevoli Chiara Tenerini, Patrizia Marrocco e Cristina Rossello di Forza Italia, hanno presentato la proposta intitolata “Disposizioni in materia di semplificazione delle procedure per le adozioni nazionali e internazionali”.
Dopo aver manifestato apprezzamento per l’interessamento politico mostrato dalla Onorevole Tenerini per il mondo dell’adozione spesso “dimenticato” dalle istituzioni nonostante la valenza che ha nella vita di tanti bambini e bambine, la portavoce di OLA Beatrice Belli ha voluto sottolineare “le criticità e le difficoltà delle Adozioni Internazionali, per invocare l’attenzione di tutto il mondo politico al fine di avviare un percorso di riflessione e riforma del sistema”.
“La realtà si muove più velocemente del legislatore – ha detto la portavoce di OLA – ma nel caso dell’adozione internazionale questo scollamento temporale rischia di diventare una frattura difficile da sanare perché il quadro di riferimento è mutato in modo talmente radicale che anche le proposte di legge attualmente esistenti – pur apprezzabili negli intenti – risultano essere poco adeguate perché fondate su presupposti superati”.
Il Coordinamento ha quindi colto l’occasione della partecipazione all’incontro di presentazione della proposta di legge per evidenziarne gli aspetti critici, pur apprezzando la volontà delle proponenti di intervenire nel campo delle adozioni che sta vivendo una profonda crisi.
La prima osservazione riguarda il fatto che la proposta ha come fine evidente quello di cercare di alleggerire se possibile, l’iter del percorso adottivo (nazionale e internazionale) senza intaccare la qualità del percorso, ma per assicurare tempi congrui e certi.
“Come Enti Autorizzati comprendiamo la buona volontà di tale tipo di intervento – ha detto Beatrice Belli- ma non possiamo non sottolineare che un riordino sui tempi procedurali non sia utile, né sufficiente, per approcciare in modo veramente costruttivo i problemi che affliggono le Adozioni Internazionali”.
Secondo i dati pubblicati dalla CAI, dal 2012 si è registrato un calo costante che ha portato a chiudere il 2023 con 478 coppie che hanno concluso il percorso adottivo per un totale di 558 minori autorizzati all’ingresso. Non ci sono ancora i dati ufficiali del 2024, ma al momento l’incremento segnalato è veramente ancora molto lieve: 536 adozioni realizzate per 690 minori.
Questi dati non desterebbero preoccupazione se la riduzione del numero di adozioni internazionali fosse proporzionale ad un aumento di benessere delle bambine e dei bambini nei paesi d’origine, ma sappiamo bene che così non è.
I profondi cambiamenti nell’Adozione Internazionale, dovuti a diversi fattori come le caratteristiche di coloro che si dichiarano disponibili all’adozione internazionale e le mutate peculiarità dei Paesi di origine e dei bambini e delle bambine proposti per l’adozione. Sono cambiamenti che impongono un riesame completo della legislazione interna e una rivisitazione dell’approccio con gli Stati di provenienza dei bambini.
Ben venga, quindi, una rideterminazione dei tempi delle procedure interne, che possono concorrere a dare certezza ad un percorso che è già di suo alquanto incerto e sicuramente faticoso per le coppie e per i bambini che attendono.
Ma non basta.
In generale, crediamo che sia necessario ripensare al modello dell’Adozione Internazionale studiando ed identificando risposte efficaci alle nuove necessità e strumenti più idonei per dare risposte adeguate alle nuove esigenze dei bambini. Occorre ripensare ad una nuova politica di tutela dell’infanzia e del diritto del minore ad una famiglia; avere a cuore anche la condizione dei “minori di età” che tuttavia non sono più “bambini piccoli”, hanno un’età che li condanna alla definitiva perdita della possibilità di vivere in un nucleo familiare, quei bambini che “nessuno vuole” e che tuttavia sono portatori esattamente come tutti gli altri, del diritto pieno ad avere una famiglia. Questo anche alla luce del recentissimo intervento della Corte Costituzionale con la sentenza n. 33 dello scorso 21 marzo che, come è noto, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 29-bis, comma 1, della L. n. 184/1983 nella parte in cui non include le persone singole fra coloro che possono adottare un minore straniero residente all’estero. I Giudici costituzionali con questa decisione hanno acceso un faro sulla legge sulle Adozioni e, per il ruolo che la Corte svolge nel nostro sistema democratico, incide profondamente nel nostro quotidiano.
Anche questo evento è un segnale che sicuramente non lascia indifferenti che deve spronare tutti a cogliere le sfide dell’Adozione Internazionale, sfide che non possono più attendere nella consapevolezza che ogni giorno che passa i bambini abbandonati o che si trovano negli istituti, crescono, diventano grandi e…rimangono soli.
Non lo possiamo permettere.
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