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I BAMBINI DI KIEV

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Il video della BiotexCom, la clinica ucraina specializzata nelle pratiche di maternità surrogata, ha fatto il giro del web: decine di neonati, commissionati da coppie di tutto il mondo, anche italiane, sono posteggiati nel salone di un hotel, accuditi dal personale dell’organizzazione affinché restino in buona salute.
Un’immagine che rimanda a quella degli orfanotrofi italiani degli anni 50.
CIAI ha deciso di intervenire nel dibattito che il video ha sollevato, di fronte al silenzio totale delle autorità del nostro Paese, dove la maternità surrogata è un reato,  per denunciare una situazione veramente grave, che questo fatto ‘inusuale’ porta alla luce in tutta la sua drammatica realtà.
Occuparsi di adozione internazionale per CIAI, da più di 50 anni, significa battersi per la tutela dei diritti dei bambini ed in particolare di quelli senza famiglia. Battaglie contro le malpratiche dell’adozione internazionale, le compravendite dei bambini a scopo di adozione, la cosiddetta “adozione in pancia”, lo sfruttamento del corpo e della dignità delle donne a questo scopo. E chi ci segue lo sa bene.
La pratica della maternità surrogata, non dimentichiamolo, è reato, nel nostro Paese e infatti le coppie che la praticano ricorrono all’escamotage del riconoscimento da parte del padre del figlio generato su commissione che verrà poi ‘adottato’ dalla moglie”: ricorda Paola Crestani.
Ma la maternità surrogata è, di fatto un abbandono programmato e stimolato (dall’offerta economica), e tanti anni di esperienza accanto ai bambini che l’abbandono lo hanno sperimentato fanno comprendere come questo possa avere conseguenze sul benessere psicofisico delle persone.
Un altro aspetto da non sottovalutare è che le coppie che utilizzano questo tipo di pratica, a differenza di qualunque coppia che si renda disponibile ad accogliere un bambino abbandonato attraverso l’adozione, non passano per alcun tipo di verifica della reale capacità di accudire e crescere un bambino; un percorso di consapevolezza e crescita personale e di coppia, indispensabile per tutelare appieno il diritto di ogni bambino a crescere nella migliore famiglia possibile.
Denunciamo lo sfruttamento commerciale delle donne, spesso spinte per necessità economiche a vendere il proprio corpo per questa pratica riproduttiva, unendoci alla richiesta che molte organizzazioni femministe che hanno rivolto un appello all’ambasciatore italiano in Ucraina Davide La Cecilia e al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Rispetto alla situazione creatasi a Kiev chiediamo al Governo italiano che prenda sotto tutela i bambini che sono stati commissionati da coppie italiane e che si faccia carico di verificare, oltre ai rilievi penali della vicenda, l’idoneità delle coppie, attraverso gli stessi criteri e procedure del percorso adottivo, prima di affidare loro i bambini.
Il video della BiotexCom lo trovate qui
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